Gilgi, una di noi – Irmgard Keun

Non è certo una novità che un grande amore porti con sé dei cambiamenti. Il brutto è che si cambia solo a metà, e adesso lei è composta di due metà che non stanno affatto bene insieme, che litigano in continuazione, e nessuna delle due vuole cedere di un millimetro.

Gilgi, diminutivo di Gisella, è la protagonista di questo “irriverente” romanzo dato alle fiamme dai nazisti per le strade di Berlino del ’33, perché considerato oltraggioso, provocatorio e spregiudicato. Ci riprovò l’Italia nel 1934 con una nuova pubblicazione ma anche questa fu censurata, alcune parti del libro vennero tagliate. L’Orma lo ha riportarlo alla luce nel 2016, in forma integrale.


Essere una persona – che cosa significa? Che non ci si può più nascondere nella collettività, che si è soli. Questo bisogna imparare: bisogna imparare a essere una persona, bisogna imparare a sapere che una risata costa mille lacrime, sapere che un’ora di felicità va pagata con mille ore di dolore.

Gilgi è una giovane donna di ventuno che si destreggia tra la spensieratezza della gioventù e il terrore della guerra che incombe. Sfacciatamente ottimista e avida di vita, ama il rigore e l’autodisciplina. Lavora come dattilografa, studia le lingue, traduce, si fabbrica i vestiti da sé e ha una piccola stanza in affitto dove si rifugia da sola ad ascoltare musica jazz e battere sui tasti dell’amata macchina da scrivere. Rigorosa e selettiva anche con l’amicizia che riserva solo a Pit, un giovane audace sempre preso dalle vicende politiche e Olga, di qualche anno più grande, modello di sensualità senza remore. Niente sembra scalfire il rigore della nostra Gilgi, nemmeno la notizia di non essere figlia della famiglia che l’ha cresciuta, rivelazione che la madre adottiva le fa, il giorno del suo ventunesimo compleanno, senza nessun tipo di emozione, con la stessa flemma che avrebbe usato per chiederle di passarle un oggetto. Niente riesce a smuoverla dai suoi obiettivi, niente tranne l’incontro con Martin e l’amore che la travolgerà.


Ora Gilgi nuota in un turbine di sentimenti inutili. Sono davvero inutili? Una volta era così, una volta le sembravano tali. Non è felice? Certo che è felice. Spesso. Però le ore felici sono care. Il conto viene prontamente presentato. Bisogna pagare! Con cosa? Con la paura e un po’ di dolore. No, non mi sembra che il prezzo sia troppo alto, è solo la valuta che è strana.


Un romanzo ilare e appassionato, un gioiello di stile. Con eccezionale capacità l’autrice riesce a portare il lettore dritto nell’animo di Gilgi grazie anche al nitidissimo flusso di coscienza che arricchisce le pagine. Un testo che mescola pathos e commedia: la storia di un amore folle che ingloba concetti attuali, troppo audaci per la Germania degli anni ’30 quale la convivenza fuori dal matrimonio, l’aborto, l’autonomia della donna.


Ciò che è bello rende felici. Ci sono cose che non possono piacere subito, bisogna prima allenarsi un po’. Ma, dato che il premio è la gioia, vale la pena allenarsi. Sono proprio le gioie che uno si è guadagnato con fatica quelle più vere, le più durature. Sei d’accordo che la gioia non è mai abbastanza, vero?

Manuela

TITOLO: Gilgi, una di noi Pag.234

AUTORE: Irmgard Keun

EDITORE : L’Orma

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